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Alla fine degli anni sessanta, Nicola Matteucci aveva poco più di quarantenni ed era già uno dei più noti esponenti della cultura liberale. Di fronte al "lungo Sessantotto italiano", egli non operò ritirate strategiche, ma volle riproporre e rinnovare la propria prospettiva liberale attraverso una lettura critica di quanto stava accadendo in Italia e nel mondo. Da qui una serie di saggi, scritti a caldo, ma frutto di analisi tutt'altro che superficiali, ora raccolti in questo volume, che restano una delle testimonianze più interessanti della sua attività di studioso e di analista politico.